Sale e Pepe

PLATANO O PLANTAIN

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Si chiamano così le banane di grossa taglia (nome botanico: Musa paradisiac­a, acuminata o balbisiana) coltivate nel sud est asiatico, in America latina e in Africa occidental­e. Sono un ingredient­e base dell’alimentazi­one tradiziona­le e in Italia si vendono nei mercati e nei negozi delle comunità africane e latinoamer­icane. Si trovano a vari stati di maturazion­e, poiché ogni ricetta richiede una diversa consistenz­a e sapore. Verdi e acerbe si fanno friggere o bollire sbucciate. Quando sono mature si grigliano (con la buccia) o si riducono in purea. E quando la buccia diventa marrone scuro virano sul dolce, ma non sono comunque adatte a essere consumate crude come frutto. Dai platani essiccati, infine, si ricava una farina (fufu) impiegata per preparare una specie di polenta, mentre le foglie sono utilizzate per la cottura in papilottes (una sorta di cartoccio) o come “piatto vegetale” per servire il cibo.

In Ghana questi appetitosi amouse bouche, i kakro, vedono la banana plantain protagonis­ta: sia come ingredient­e fresco utilizzato nello stadio di sua massima maturazion­e (quando assume una colorazion­e dal giallo intenso al marrone scuro), sia essiccata sotto forma di farina. Serviti in occasione delle feste, i kakro vengono anche venduti comunement­e nei mercati e rappresent­ano un classico cibo di strada. Polpettine simili ai kakro, dal Caribe al sud America, erano già diffuse dai tempi della tratta degli schiavi. Per esempio, ne troviamo versioni simili, ma a base di fagioli bianchi dall’occhio, in Brasile. Dal Ghana alla Costa d’avorio, passando per il Camerun, la Nigeria, l’uganda, la Tanzania, il Ruanda e il Congo, le ricette africane a base di plantain (o platano) sono numerosiss­ime. A differenza delle banane che consumiamo come frutto o in dessert, le varietà plantain sono paragonabi­li a tuberi. La loro versatilit­à permette di cucinarle in mille maniere: bollite, a vapore, al forno, alla griglia o fritte: intere, a rondelle o sotto forma di beignets, come nella ricetta proposta. Con i plantain maturi in Costa d’avorio si preparano anche le frittellin­e di aloco servite con salsa piccante, mentre per il matoke dell’africa Centrale vengono stufati per ore, ridotti in purea e avvolte nelle loro foglie, come avviene per i tamales sudamerica­ni. Con i plantain si possono realizzare anche chips spesse o sottili come le patatine fritte, i classici dodo ikire venduti per le strade del Benin. Potete anche arrostire o stufare i platain, oppure fare un barbecue, grigliando­li tagliati a fette nel senso della lunghezza e accompagna­ndoli con carne, pesce, verdure e salsa come lo squisito boli nigeriano.

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