Danilo Bei Ristorante "Emilio"
DA TRATTORIA DEGLI ARTISTI A RISTORANTE STELLATO: L’AVVENTURA DI UNO CHEF CHE NELLE SUE PENTOLE CI METTE TUTTO L’ADRIATICO
“In cucina non bisogna mai annoiarsi, mai smettere di creare. Perché è un lavoro che comporta molti sacrifici e solo provando e sperimentando sei ripagato della fatica”. Lo dice Danilo Bei, chef del ristorante Emilio, al Lido di Fermo. E sui sacrifici c’è da credergli: la sua giornata comincia già alle 5 del mattino. all’asta del pesce di San Benedetto del Tronto, e continua al mercato di Porto San Giorgio, dove sceglie ortaggi e frutta. Spesso con lui c’è suo padre, quell’emilio a cui il ristorante è intitolato. Dopo un’intera vita trascorsa tra tavoli e cucina, il fiuto di Emilio è imbattibile. Lo stesso che negli anni gli ha permesso di riconoscere, tra i clienti, artisti eccezionali, e accettare lo scambio tra qualche conto non pagato e un loro quadro. Così oggi il ristorante vanta una collezione con firme del calibro di Burri, Cascella, Dorazio, Vedova e molti altri... oltre a possedere circa 160 bottiglie dipinte da grandi pittori. In questo humus artistico è cresciuto Danilo, che dalla mamma Milvia ha acquisito la sapienza ai fornelli e dai clienti, amici di papà, ha probabilmente assorbito il suo grande amore per la creazione. Tanto che quando ha preso lo scettro di chef del ristorante di famiglia, la stella Michelin è arrivata. Merito dei suoi piatti che sembrano alzarsi in volo da forti radici marchigiane, e dove tutto il pesce dell’adriatico, ricco o povero, trova la sua veste ideale. La carta, che si rinnova ogni stagione, propone 15 piatti per 15 specie ittiche. “Poi ci sono le 8 portate del menu degustazione e gli esperimenti, sempre tantissimi, che vengono testati sulla mamma e i miei collaboratori prima e sui clienti abituali poi.” Alla fine, solo uno su dieci approda sulla carta. E che vinca il migliore!