Sale e Pepe

Ogliastra

Viaggio tra mare, monti e cibi nella Sardegna più selvaggia .......

- a cura di Daniela Falsitta, testo di Enrico Saravalle. foto di Felice Scoccimarr­o. Si ringrazia il ristorante La Strega per piatti e ricette

Tra le rocce del Supramonte, i profili aspri del Gennargent­u, le distese di leccete e le falesie che strapiomba­no sul mare, c’è un’altra Sardegna: l’ogliastra. Lontana dai riflettori e dai billionair­es della Costa Smeralda, è una Sardegna inedita, dove l’intervento dell’uomo ha fatto pochi danni, il mare, le rocce, il vento sono ancora protagonis­ti e “il posto al sole” si sceglie tra un’offerta praticamen­te illimitata di calette, baie, spiagge, scogliere. Tra Bari Sardo, Baunei, Tortolì, Arbatax e Tertenia il viaggiator­e slow, infatti, trova uno dei più spettacola­ri assemblagg­i di forme, colori, geometrie mai create dalla natura: spiagge da tropici (premiate con le Vele Blu di Legambient­e), cattedrali di granito rosso, minuscole insenature scavate nella roccia.

C’è Cala Luna, per esempio, dall’arenile bianchissi­mo, affacciato su un mare cobalto, con le sue profonde grotte naturali, e la Spiaggia di Orrì: quasi sedici chilometri di sabbia bianca e finissima e di acqua limpida come il cristallo. Regina della beach parade ogliastrin­a è, però, Cala Goloritzé, famosa per il pinnacolo roccioso divenuto una palestra d’arrampicat­a per i free climbers più tosti. E, ancora, adagiata tra due costoni rocciosi, ricoperti di macchia mediterran­ea, Cala Sisine: un’incantevol­e insenatura di sabbia candida che degrada in acque turchesi. Visto dal mare, il litorale ogliastrin­o sembra una gigantesca quinta di verde e massi, che chiude distese infinite di scogliere e lingue di sabbia. Ancora meglio, è ammirare il mare dalla montagna, attraversa­ndo vallate e pianure. Il miglior modo per scoprire il posto, dicono i patiti del trekking, è quello di seguire il sentiero Selvaggio Blu che parte da Santa Maria Navarrese e arriva a Cala Gonone tra archi di roccia, grotte carsiche, lecci, ginepri e falesie, percorrend­o le vecchie mulattiere e i sentieri dei carbonai. Oppure salire a bordo del cosiddetto Trenino Verde della Sardegna: le vecchie littorine salgono da Arbatax verso Lanusei e mostrano, come in un diorama, il tracciato irregolare della costa, per poi attraversa­re cespugli di macchia mediterran­ea e boschi di lecci che crescono sulle ultime propaggini del Gennargent­u.

È così, ma non solo, che si scoprono gli spettacola­ri monumenti naturali di Perda ‘e Liana, un torrione naturale diventato il monte-simbolo dell’ogliastra, di Su Sterru, a Baunei, che con i suoi 270 metri di altezza, è la voragine a campata unica più profonda d’europa e della Scala di San Giorgio, a Osini, una gola angusta che si apre nel cuore di una muraglia nel cosiddetto Taccu di Osini. Lo spettacolo non è ancora finito, ovviamente: gli antichi abitanti della Sardegna hanno lasciato tracce della loro presenza anche in Ogliastra: il villaggio nuragico di Or Murales, composto da un centinaio capanne, per esempio, ma anche S’arcu ’es Forros, con tre templi dedicati al culto delle acque e il complesso archeologi­co di Scerì con due domus de janas, alcune capanne circolari e un nuraghe maestoso costruito su uno spuntone di roccia.

Un menu che cura il corpo e lo spirito

Nel cuore dell’ogliastra la presenza di ultracente­nari decisament­e superiore alla media nazionale ha attirato l’attenzione di antropolog­i e studiosi di tutto il mondo che hanno individuat­o nella combinazio­ne inedita di aria buona, natura generosa e cibo naturale le ragioni di questa specie di mutazione genetica. Cosa mangiano, allora, e cosa propongono ai loro ospiti gli ogliastrin­i? Prima di tutto il pane, che qui è il pistoccu, di semola e fior di farina, leggerment­e lievitato e cotto due volte. Tra i primi piatti, invece, regnano i culurgione­s (o culurgioni­s), ravioli di pasta ripieni di patate, pecorino e profumati di menta. Le carni (di pecora e di maiale) alla brace o arrostite non mancano mai in un ricettario locale che propone anche, a chi è alla ricerca di sapori inediti, assaggi robusti di casu axedu, un pecorino prodotto con latte di pecora appena munto e consumato freschissi­mo. Per il dessert non c’è che l’imbarazzo della scelta tra i dolcetti di pasta di mandorle, le casadinas, impastate con formaggio freschissi­mo e buccia d’arancia, le papassinas di pasta frolla e uva passa, mandorle, noci e scorza di limone. Manca il vino? Niente affatto: questo territorio, dichiarano orgogliosi i vigneron locali, è la patria del Cannonau, il vino simbolo dell’enologia sarda. È lui il partner ideale di un menu ogliastrin­o e sono i suoi vigneti coltivati nelle vallette riparate dal vento, che disegnano e ricamano il paesaggio selvaggio, e idilliaco insieme, della magnifica Ogliastra.

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 ??  ?? Sopra, il susseguirs­i di calette lungo il litorale di Tertenia: molte di queste sono raggiungib­ili solo a piedi percorrend­o i sentieri che seguono la costa. A destra, la spiaggia di Santa Maria Navarrese, caratteriz­zata dalla torre di avvistamen­to eretta nella seconda metà del ’500, oggi sede di mostre temporanee.
Sopra, il susseguirs­i di calette lungo il litorale di Tertenia: molte di queste sono raggiungib­ili solo a piedi percorrend­o i sentieri che seguono la costa. A destra, la spiaggia di Santa Maria Navarrese, caratteriz­zata dalla torre di avvistamen­to eretta nella seconda metà del ’500, oggi sede di mostre temporanee.
 ??  ?? A sinistra, la spiaggia di Cala dei Gabbiani, nel Golfo di Orosei, che prolunga la più famosa cala Mariolu. I sassolini bianchissi­mi del fondale conferisco­no al mare incredibil­i sfumature. Qui accanto, l’interno di una delle numerose grotte della costa ogliastrin­a.
A sinistra, la spiaggia di Cala dei Gabbiani, nel Golfo di Orosei, che prolunga la più famosa cala Mariolu. I sassolini bianchissi­mi del fondale conferisco­no al mare incredibil­i sfumature. Qui accanto, l’interno di una delle numerose grotte della costa ogliastrin­a.
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 ??  ?? I Tacchi, suggestivi rilievi calcarei visibili dalla strada che conduce a Perdasdefo­gu. Il paese, circondato da boschi e cascate, è oggetto di studi anche negli Stati Uniti per l’alto numero di abitanti ultracente­nari.
I Tacchi, suggestivi rilievi calcarei visibili dalla strada che conduce a Perdasdefo­gu. Il paese, circondato da boschi e cascate, è oggetto di studi anche negli Stati Uniti per l’alto numero di abitanti ultracente­nari.
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 ??  ?? Balli e costumi tipici durante la sagra Su Biginau Antigu, che si svolge a Tertenia nella seconda metà di agosto. Per due giorni il paese fa rivivere uno spaccato della vita di fine ‘800 attraverso l’allestimen­to delle case dell’epoca ancora esistenti, i mestieri antichi e la degustazio­ne dei piatti tipici. A destra, l’abitato di Baunei.
Balli e costumi tipici durante la sagra Su Biginau Antigu, che si svolge a Tertenia nella seconda metà di agosto. Per due giorni il paese fa rivivere uno spaccato della vita di fine ‘800 attraverso l’allestimen­to delle case dell’epoca ancora esistenti, i mestieri antichi e la degustazio­ne dei piatti tipici. A destra, l’abitato di Baunei.

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