Sale e Pepe

LA PAROLA ALL’ESPERTO

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Conosciuto come l’ambasciato­re della cucina tradiziona­le trapanese, Pino Maggiore da 40 anni è lo chef patron della Cantina Siciliana (cantinasic­iliana.it), locale che nel settembre scorso è stato premiato con la chiocciola Slow Food. Ha portato le sue specialità in trasmissio­ni tv, oltre che a Torino al Salone del Gusto e a Genova a Slowfish.

Ci sono ingredient­i particolar­i che utilizza per il suo pesto?

L’aglio rosso di Nubia - un paio spicchi per porzione e un extravergi­ne “forte” come il Nocellara del Belice. Il tutto va pestato al mortaio fino a ottenere un pesto cremoso. Come formaggio preferisco il pecorino, ma va bene anche la ricotta salata. Poi completo il piatto con melanzane fritte.

In alternativ­a alle busiate fresche, quale pasta è più adatta?

Ormai in tutte le regioni si trovano facilmente in commercio buone busiate di pasta secca, prodotte dai pastifici artigianal­i del territorio. Altrimenti, si possono utilizzare formati di pasta riccia e corta, in modo che il pesto rimanga ben legato alla pasta.

Il pesto trapanese si può conservare in frigorifer­o? È preferibil­e

prepararlo e consumarlo al momento. Nel caso fosse troppo e avanzasse, si possono preparare delle bruschette, oppure si condiscono abbondante­mente le busiate e poi si fa scarpetta.

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