Evviva la Befana!
LA NOTA VECCHINA, CON LE SUE LECCORNIE E GLI AMBIGUI SENTIMENTI CHE ISPIRA, HA CASA A URBANIA, NELLE MARCHE. PATRIA DI MAIOLICHE E DOLCEZZE, LA CITTÀ LE DEDICA 3 GIORNI NO STOP. CON 4 MILA CALZE
Le tradizioni di Urbania, città che la celebra in grande stile
A chi piace essere chiamata Befana? Brutta, anziana e vestita di stracci. Rappresentata come un’amabile nonnina o come una strega, capace di incutere timore ai bambini e anche di portarseli via. Non parliamo poi della scopa, non una Nimbus Duemila alla Harry Potter, ma l’incubo di ogni massaia. Con la Befana, però, siamo cresciuti tutti: chi non ha appeso almeno una volta la calza vuota sperando che arrivasse quell’ultimo regalo che Babbo Natale aveva scordato? Per trovare luccicanti monete di cioccolato e magari anche un po’ di carbone al vago sapore di menta. Chi non l’ha festeggiata con un po’ di tristezza pensando all’imminente rientro a scuola? Oggi, inutile negarlo, ha perso un po’ di smalto ovunque, tranne che a Urbania, l’antica Casteldurante, cittadina marchigiana della Valle del Metauro, ricca di storia e palazzi, sede preferita dei duchi Federico da Montefeltro e Maria Francesco II della Rovere dal 1.400 al 1.600. Qui da 20 anni la Befana si festeggia dal 3 al 6 gennaio e ha addirittura trovato casa nel palazzo civico attiguo alla torre campanaria. Tutta la città è coinvolta, con addobbi e luminarie, mercatini, musica e spettacoli ininterrotti. Urbania e il territorio circostante li ho visitati grazie all’incontro con Samuele Sabatini, durantino doc, giornalista Rai e promotore della festa, che mi ha portato in giro per la piccola Bologna (soprannome di Urbania per via dei molti portici e di una storia leggendaria). La cittadina è costellata di antiche chiese, del bel Palazzo Ducale, del teatro Bramante, del curioso Cimitero delle mummie e di molto altro, come il Museo della ceramica, che ricorda l’importanza che la maiolica di Casteldurante ha avuto durante il Rinascimento (contava più di 40 forni): oggi un solo laboratorio porta avanti con orgoglio l’antica arte. Si tramanda anche una vivace tradizione culinaria. Nel negozio di Francesca Guerra si possono acquistare i crostoli, vanto cittadino (a metà tra una piadina e una crescia), pasta fresca di tutti i tipi, passatelli e dolci locali come il bostrengo (ricetta nella prossima pagina), che è diventato simbolo della festa della Befana. Le 4.000 calze che il Comune appenderà per le strade di Urbania durante la festa saranno colme di dolciumi, ma soprattutto di storia, persone e prodotti che aspettano di essere conosciuti insieme a tanti borghi dell’entroterra marchigiano. Il 6 gennaio e anche dopo.