Sale e Pepe

Valchiaven­na

A 14 KM DALLA SVIZZERA, L’ANTICA CHIAVENNA APRE LE PORTE DI UNA FAVOLOSA SKI AREA E QUELLE DEI CROTTI, SCRIGNI DI SPECIALITÀ

- a cura di Daniela Falsitta, testo di Enrico Saravalle, foto di Laura Spinelli. Si ringrazia il ristorante trattoria Uomo selvatico per le ricette e la realizzazi­one dei piatti

Qui, in Valchiaven­na, tra le cime che separano la Lombardia dalla Svizzera, montagne, neve, prati e boschi sono le tessere di un puzzle seducente. Non mancano all’appello panorami tra i più belli dell’arco alpino, piste da campioni per sciate indimentic­abili, borghi e cittadine dal fascino discreto per un après ski da dolce vita. Non c’è da stupirsi allora se, proprio tra questi monti, è cominciata la storia dello sci italiano: a Madesimo, in Alta Valle, più di un secolo fa è nato uno dei primi sci club italiani e ancora oggi il comprensor­io è una delle destinazio­ni più amate dal popolo degli sport invernali. La Ski Area, infatti, regala ai suoi fan oltre 60 chilometri di piste per lo sci alpino e 25 chilometri di anelli per il fondo: c’è solo l’imbarazzo della scelta fra i tracciati in alta montagna e quelli in mezzo ai boschi, tra le piste della Val di Lei, della Colmanetta e del Canalone (mille metri secchi di dislivello su tre chilometri e mezzo di percorso), tra le ciaspolate nelle notti di luna piena e le acrobazie per snowboarde­r e free styler nel Madepark. E per chi non è uno ski addict? Madesimo pensa anche a loro: ecco, allora, le camminate ad alto tasso di spettacola­rità fino alle baite di Motta Alta, al Lago Azzurro, lungo il corso del torrente Scalcoggia o fino alle cascate del Groppera, ghiacciati­ssime in questa stagione e quindi ancora più spettacola­ri.

I tesori di Chiavenna e della Bassa Valle

Scendendo dalle montagne si continua nell’esplorazio­ne del territorio: Chiavenna, soprattutt­o, racconta, all’interno delle sue mura sforzesche, un passato ricco e importante. Il centro storico è, infatti, disseminat­o di antichi palazzi nobiliari (come il Palazzo Salis e il Palazzo del Pretorio con gli stemmi affrescati delle dinastie locali), di fortificaz­ioni (il Castello dei Conti Balbiani), di chiese sontuose (come la Collegiata di San Lorenzo con il suo millenario fonte battesimal­e di pietra ollare e il Museo del Tesoro). Quasi a strapiombo della Piazza Granda (quella del Castello, per intenderci) ci sono i due colli del Paradiso e del Castellacc­io che formano uno scenografi­co Parco Botanico: percorso da una rete di sentieri, ospita specie rare di vegetazion­e esotica ma anche ruderi delle vecchie mura e la Caurga, un’antica cava di pietra ollare, utilizzata, si dice, già ai tempi della colonizzaz­ione romana. Chi è alla ricerca di percorsi naturalist­ici, si può impegnare in un facile trekking per raggiunger­e il Parco delle Marmitte dei Giganti dove si incontrano massi levigati e pozzi giganti scavati nella roccia dall’erosione dei ghiacciai. Altra sosta alle Cascate dell’acqua Fraggia, le “belle chadute d’aqua” come le descriveva Leonardo nel suo Codice Atlantico. E per finire, una visita al cinquecent­esco Palazzo appartenut­o alla famiglia Vertemate Franchi, voluto come casa di delizie da due rampolli della ricca famiglia.

Il complesso, che comprende anche aree verdi, sorge nelle vicinanze del borgo di Piuro, distrutto da una frana nel 1618. Le linee rigorose del prospetto non fanno immaginare la scenografi­ca ricchezza degli interni: appena oltrepassa­ta la soglia, infatti, si percorrono sale, saloni di rappresent­anza, stüe e boudoir dai soffitti intarsiati e dagli affreschi coloratiss­imi che raccontano episodi delle Metamorfos­i di Ovidio, illustrano il succedersi dei mesi e dei segni zodiacali o rappresent­ano le divinità dell’olimpo.

Formaggi, brisaole e “violini”

La Valchiaven­na è famosa anche per essere patria dei crotti, le tipiche cantine o grotte scavate nella roccia in cui da secoli, grazie al Sorèl, un venticello fresco che spira tra le fenditure della pietra, si conservano e si stagionano le specialità locali: formaggi, prima di tutto (tra i tanti citiamo il bitto e la magnocca), ma anche brisaole (con la i e non con la e) e salumi. Una sosta in queste celle frigorifer­e ante litteram è sicurament­e da mettere in conto.

In fondo il fil rouge che contraddis­tingue la gastronomi­a della Valchiaven­na è costituito, soprattutt­o, dai prodotti della montagna: grano saraceno e patate, formaggi e carni essiccate, che da eredità di un passato avaro di risorse, sono diventati elementi insostitui­bili di preparazio­ni gustosamen­te naïf. Tra tappe gastronomi­che di qualità e tavole rustiche in Valchiaven­na si trovano prodotti dalla genealogia secolare: già secoli fa qui si parlava (e si scriveva) di carne salada, diventata ai nostri giorni, per tutti i chiavennas­chi la brisaola (la “i” fa da sempre la differenza tra il prodotto lavorato a mano e quello industrial­e) ma nelle vetrine delle macellerie e delle salumerie della valle sono esposti anche i Violini di Capra, piccoli prosciutti realizzati solo con la coscia e la spalla di capre di razza orobica (vedi il servizio a pag. 82). Oltre ai taglieri di salumi, un menu chiavennas­co prevede gli gnocchetti di Chiavenna (di pane raffermo e farina, benedetti da una sferzata di burro e formaggi) e polenta taragna, a base di farina di grano saraceno. Ma il burro, entra di prepotenza e in dosi massicce anche nella preparazio­ne dei biscotin di Prosto preparati ancora oggi secondo una ricetta secentesca.

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 ??  ?? A sinistra: il torrente Scalcoggia, costeggiat­o da un sentiero ideale per una facile passeggiat­a sulla neve. Qui a lato, una pista da sci di Madesimo e, sotto, il campanile della chiesa SS Pietro e Paolo che svetta nella piazza località.
A sinistra: il torrente Scalcoggia, costeggiat­o da un sentiero ideale per una facile passeggiat­a sulla neve. Qui a lato, una pista da sci di Madesimo e, sotto, il campanile della chiesa SS Pietro e Paolo che svetta nella piazza località.
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 ??  ?? Gli impianti sciistici visti dalle baite della località Motta Alta. Agli sciatori Madesimo offre 60 km di piste, seggiovie ultramoder­ne e la prima funicolare sotterrane­a in Italia che collega Motta con Campodolci­no.
Gli impianti sciistici visti dalle baite della località Motta Alta. Agli sciatori Madesimo offre 60 km di piste, seggiovie ultramoder­ne e la prima funicolare sotterrane­a in Italia che collega Motta con Campodolci­no.
 ??  ?? A sinistra, il centro di Chiavenna. A destra, il Chiostro della Collegiata di San Lorenzo, risalente al V secolo, e le sale di Palazzo Vertemate Franchi, del XVI secolo. A Piuro, fu l’unico edificio sopravviss­uto al terremoto del 1618.
A sinistra, il centro di Chiavenna. A destra, il Chiostro della Collegiata di San Lorenzo, risalente al V secolo, e le sale di Palazzo Vertemate Franchi, del XVI secolo. A Piuro, fu l’unico edificio sopravviss­uto al terremoto del 1618.
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 ??  ?? Qui sopra, l’originale facciata grigio verde di Palazzo Salis, costruito a Chiavenna nel ’700 dall’omonima famiglia grigionese. Sotto, le forme di Casera messe a stagionare nel Crotto Ombra.
Qui sopra, l’originale facciata grigio verde di Palazzo Salis, costruito a Chiavenna nel ’700 dall’omonima famiglia grigionese. Sotto, le forme di Casera messe a stagionare nel Crotto Ombra.
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 ??  ?? In alto, il Castello di Chiavenna e, qui sopra, l’enoteca Marino dove, oltre ai vini valtelline­si, si acquistano farine, mieli e distillati. A sinistra, la statua di San Giovanni Nepomuceno e, nella foto grande, la vista dal ponte dedicato al santo che attraversa il fiume Mera.
In alto, il Castello di Chiavenna e, qui sopra, l’enoteca Marino dove, oltre ai vini valtelline­si, si acquistano farine, mieli e distillati. A sinistra, la statua di San Giovanni Nepomuceno e, nella foto grande, la vista dal ponte dedicato al santo che attraversa il fiume Mera.
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